Arteterapia: di-segni e di-sostanze

Arteterapia: di-segni e di-sostanze

Laura Grignoli e Barbara Cipolla, Arteterapia: di-segni e di-sostanze, edizioni Il Circolo Virtuoso, 2014

Questo lavoro raccoglie un campionario delle riflessioni e delle esperienze fatte attorno all’Arteterapia. Giocando un po’ con i doppi sensi che spesso hanno le parole lo abbiamo intitolato “Arteterapia: di-segni e di sostanze” perché in arte non si utilizza un alfabeto, ma comunque ci si avvale di segni che andranno a costituire quel codice mediante cui possiamo interpretare il messaggio. Con l’interpretazione del messaggio risaliamo al significato che l’emittente, ovvero l’artista, ovvero il paziente d’arteterapia, hanno voluto dare. Tuttavia il segno è sempre segno di forme, dentro cui si nasconde la sostanza. Ma la “materia” di cui ci si serve nelle attività artistiche, da mater, è la sostanza prima di cui tutto è formato. Conserva nell’étimo il senso dell’origine, della nascita, di tutti i corpi. Quando una materia presenta proprietà ben definite prende il nome di sostanza. Chiediamo scusa per la divagazione chimica, ma pensiamo che nel percorso arteterapeutico si ha sempre a che fare con i segni, la materia a cui si dà sostanza. Anche le persone prendono sostanza quando acquisiscono la loro peculiarità.

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