La stanchezza

Elena Bernabè, scrittrice
© Dominique Fortin

"Nonna, sono stanca. Tanto stanca di questa vita..."

"Prendi la tua stanchezza, bambina mia, e avvolgila intorno a te stessa. Come una coperta nei freddi mesi invernali.  La stanchezza giunge per farti da nido, per portarti ad indossare abiti comodi, per farti sprofondare nel suo caldo abbraccio.  E' un invito, a stare in te stessa. Senza forze, senza pensieri, senza azioni. Come la neve che copre tutto per ammorbidire il mondo, per renderlo ovattato, per proteggerlo dal rumore. Accogli i fiocchi della tua stanchezza e fatti coprire interamente da essi."

"Potrei morire sepolta là sotto..."

"Rinascerai invece. Come il seme nel terreno. Non resistere alla tua stanchezza, non rifiutarla con mille azioni, mille propositi, mille sensi di colpa. Ti vuole solo prendere per mano e condurti ad inabissarti nel vuoto. Proprio là, dove giace la fonte di ogni forza interiore. Ci hanno insegnato ad essere forti resistendo. Ma è nell'arrendersi che emergono i veri eroi."

"Ho paura, nonna. E se la stanchezza mi annienterà?"

"Bambina mia, tu non hai paura della stanchezza ma di perdere il controllo di te stessa. E' arrivata l'ora per te di concederti alla vita. E di generare insieme a lei i figli più meravigliosi: i frutti della tua anima!"